Sala Scalmegna

Sala sotterranea Scalmegna (Scalae moenibus = scale nelle mura)

Antichi accessi medievali al villaggio

Per la sua sicurezza, il villaggio era protetto da mura e alte torrette d’avvistamento. Carri e carretti transitavano per la strada Alle cantine (entrata est del villaggio), passando per la Sostra, con obbligo di dichiarare il carico trasportato. Ad ovest del villaggio invece, l’entrata era solamente pedonale. Giunto a Fontanella, il pedone seguiva Alle scalette, cammino faticoso a gradini che introduceva il viandante nelle mura, attraversando un angusto passaggio che di notte veniva chiuso (noto come Ponte di Tinora, struttura demolita nel 1890).

Nelle mura esterne delle case, s’aprivano delle anguste gallerie che immettevano in alcuni vani sotterranei a volta il cui intradosso è costituito da filari isometrici di conci di tufo giallastro. Le pareti mostrano ancora le buche eseguite per incastrarvi le asticelle lignee provvisorie impiegate a sostegno dei conci durante la costruzione della volta.

Da questi vani, frontalmente e lateralmente degli strettissimi passaggi e scalette portavano il viandante oltre le mura, introducendolo nel villaggio, anzi, anche nella stessa abitazione costruita ad arte sopra queste gallerie. Si potrebbe pensare che questi vani servirono anche come cantine o ripostiglio d’arnesi usati nei campi.

Tuttavia, per molti anni, anzi, secoli questi vani, oltre quale accesso al villaggio, furono adibiti come stalle di pecore e capre. I pastori della Vicinia, provenienti dalla Vallemaggia (Avegno) ingaggiati con stipendio dalle autorità (Vicinia), giornalmente portavano le bestie al pascolo nella Prada. Di notte, per proteggerli da lupi e orsi, il greggio veniva rinchiuso e sorvegliato in questi ambienti. Ricordiamo, come è documentato, le falde del Poncione, del Monte Orsa e del Monte San Giorgio hanno ospitato orsi e lupi fino nel Settecento avanzato. Si era anche costruito nella Lüera (Valporino) un pagliaio dove un addetto designato dalla Vicinia, montava guardia di notte per ricacciar li lupi nelle Murgalle con cani e fuochi.

Delle quattro gallerie medievali di Tinora rimane oggi solo una (accecata); altre due, furono nel Novecento adattate come cantine-garage; la quarta, (già in casa privata) ospita un grande camino in pietra dove i pastori bivaccavano.

Delle pecore custodite all’entrata del villaggio rimase il soprannome: i baritt da Merad.

NB. L’accesso alla sala viene oggi assicurato dal giardino della residenza.