La bottega di Roggio dei Giorgioli di Meride fornì sculture religiose e manufatti in legno a numerose chiese del Mendrisiotto e del Luganese. Uno studio sistematico e approfondito su questo argomento non è ancora stato messo a punto. Nella bottega fin dai primi anni del Cinquecento, si susseguirono (intaglio di manufatti artigianali in legno (tabernacoli, stendardi, cancelletti, tabernacoli gestatori, portali ecc.; raramente qualche affresco) diversi mastri: Giorgioli Francesco Pietro (1570), Gio. Antonio (1578), Pietro di Francesco (1608), Gioseffo (1620), Francesco (1630), Giovan Pietro di Francesco detto il Longo (1640), Giorgio q. Gioseffo (1655). L’attività dei Giorgioli ebanisti può essere divisa in due periodi: un periodo puramente artigianale (1560-1660) ed un periodo professionale con Giovan Pietro il Longo e suo figlio Carlo Giuseppe. Senza abbandonare l’immediatezza incantevole del lavoro artigianale, l’intaglio nel periodo 1670-1710 si fa più raffinato e spettacolare avvicinandosi all’opera dei migliori ebanisti lombardi del momento.
Sullo stipite della prima porta a sinistra, entrando nella corte dell’antica Casa Giorgioli riposava una pietra incisa raffigurante lo scudo della conosciuta famiglia d’artisti di Meride. Per la sua migliore conservazione si optò rimuoverla (2012) e d’allora si conservata nel Museo d’Arte sacra. Si tratta di una lastra di scisto nero tipico delle rocce di Meride sulla quale Carlo Giuseppe Giorgioli q. Pietro Francesco (1713-1781) artigianalmente incise lo stemma di famiglia, un ramo d’alloro su anfora d’argento in campo azzurro, banda d’oro con rosa rossa e le iniziali C.G.G. (Carlo Giuseppe Giorgioli).
Giorgioli Giovan Pietro detto il Longo (? – 1697) fu avviato nel mestiere da suo padre Francesco nel 1638, il quale gli fece frequentare la bottega (scultura) di Giovan Pietro Gaggini a Tremona. Passò alcuni anni di perfezionamento a Torino sotto la guida del Maestro Quirico Castelli di Melide e, nella città sabauda, frequentò la casa del Canonico Giovan Maria Canetti (di Meride) dove consolidò la sua formazione umanistica. In seguito, con suo figlio Carlo Giuseppe, aprì bottega a Lugano (1679), ed assieme istruirono nell’arte del legno a Michelangelo Fontana q. Francesco di Cabbio il quale arrivò alla bottega Giorgioli (1681) su raccomandazione di Giovanni Maggi.
Giorgioli Carlo Giuseppe (*1658-+1709) figlio di Giovan Pietro (detto il Longo q. Francesco e di Maria Sibilla Buzzi (+1701), scultore in legno e stucco. Si sposò con Orsola Maria Fossati di Antonio (+1734). Apprendistato presso suo padre nella bottega di Roggio; nel 1679 aprì (con il padre) bottega a Lugano. Dopo la morte del padre (8.11.1697) sempre più spesso, accompagnò generosamente per tutta Europa, in qualità di stuccatore, il fratello pittore Francesco Antonio Giorgioli.
Alla prima epoca (1560-1660) della bottega (legno) Giorgioli a Roggio si possono attribuire: reliquiari, antico altare e tabernacolo S. Silvestro, Angeli cerofori (in Romitorio San Giorgio), tabernacoli mobili:
Dell’epoca (1660-1700) del Longo e di suo figlio Carlo Giuseppe:
- Meride: Angeli cerofori in San Rocco(1699), Crocifissi d’altare, Crocifisso in edicola murale di Casa Cattaneo (già Pozzi), porticina altare Madonna del Rosario, antica statua della Madonna del Rosario (in seguito ristrutturata nell’Ottocento).
- Gandria: Tabernacolo (1679), reliquiari, busti e statue (1680-1689) per la Chiesa di S. Vigilio.
- Lugano: Bastone del Priore della V.da Scuola di Santa Marta (1682, Priore, Giambattista Bianchi). Tabernacolino (1706) intagliato per l’altare del SS. Sacramento della Cattedrale di S. Lorenzo, Lugano.
Giorgioli Francesco Antonio (1635-15.11.1725), pittore. Figlio di Giovan Pietro (il Longo) e di Maria Sibilla Buzzi q. Gabriele. Si sposò in prime nozze con Margherita Roncati q. Gio.Battista (?-1695) dalla quale ebbe sette figli; in seconde nozze con Jacoba Vassalli q. Giovanni Battista (?-1725) di Riva S.Vitale dalla quale ebbe sei figli.
Legato al barocco, dopo un viaggio in Italia (Milano 1678, Venezia), soggiornò lunghi anni Roma (1680-83). Nel 1688-1691 a Varsavia a servizio del nobile polacco Stanislaw H. Lubominski. (Chiesa di Sant’Antonio). Affrescô le chiese dei grandi monasteri benedettini in Svizzera ( Pfäfers, 1693-1694; Muri, 1696-1697; Disentis, 1713) e in Germania (Bad Säckingen, 1699-1701, St. Trudpert, 1710). Apprezzato per la sua fantasia e per il suo colorismo, attuò in Val Calanca, Rossa, Lostallo e Santa Domenica, 1685; chiese di Willisau, 1696; Baden, 1697, 1708; Blatten, 1710; Cappella del castello di Karlsruhe, 1717. A Meride, in due riprese dipinse i suggestivi affreschi nella Chiesa di San Silvestro (1683-1688 e 1700). Incantevoli dipinti possono essere ammirati inoltre nelle sue due abitazioni di Meride: tondi e scene bibliche (Vergini e Virtù) in Casa Roncati e, nella Casa della Calletta, le sue ultime visioni di una vita trascorsa con anelo e amore nella pittura.
Giorgioli Quirico Antonio (1696-1730) figlio prediletto di Francesco Antonio Giorgioli e Margherita Roncati (primo matrimonio del pittore di Meride). Accompagnò giovanissimo a suo padre (St.Trudpert). Si sposò nel 1729 con Giulia Buzzi figlia del dottor fisico Gabriele Buzzi e di Anna Margherita Stoppani (Viggiù, I). Nel 1729 ricoprì la carica di Priore della Confraternita del Santissimo e quell’anno dipinse la grande pala in San Rocco. A fine 1729, emigrò nuovamente in Germania (affreschi nel Convento delle Suore agostiniane a Zell in Wiesental). Ritornò a Meride nella primavera del 1730 gravemente ammalato. Morì il 1° maggio del 1730.
Giorgioli Giorgio q. Gioseffo (XVI sec) dipinse l’affresco dell’Ascensione nella Cappella di Fontana Fredda dipinto probabilmente tra il 1650 e il 1660, committente Giovanni Andrea Fossati q. Gabriele che mise a disposizione il terreno per la costruzione della Cappella a Fontana Fredda. La donazione fu offerta dalla famiglia Fossati ad eterna memoria del notaio Gabriele Fossati scomparso pochi anni prima (metà del XVI sec.). Gabrio Fossati godeva assodata popolarità non solo a Meride.