Cappella del Beato Manfredo
Cappella edificata da mastri di Meride nel XVI secolo in località di Müra, dedicata al Beato Manfredo Settala di Cuasso al Monte (+ 1217) eremita sul Monte San Giorgio nel XII secolo. La forma attuale della cappella fu raggiunta nella ristrutturazione del 1852. L’affresco fu dipinto (inspirato al precedente) dal pittore Antonio Rinaldi da Tremona (Manfredo Settala in preghiera nell’eremo del San Giorgio) il quale volle che gli fossero pagati solo i colori. (Franchi 100, 1854).
Cappella di Sant’Uberto
alla Cascina (900 m.s.m)
A fine Settecento, il cascinale che esisteva nella radura detta Alla Cascina sul sentiero per San Giorgio bruciò. Nel 1952, un gruppo di volontari di Meride prese la decisione di costruire una Cappella (con rifugio) dedicata a Sant’Uberto, recinto inaugurato il 19 giugno 1953. In seguito, la cappella fu donata alla Parrocchia di Meride (Rogito notarile Avv. Ercole Doninelli, 1957).
Crocifisso
L’edicola Crocifisso sorgeva da tempi antichissimi sulla strada Meride-Serpiano (a sinistra per Serpiano) posta sul crinale del varco, a protezione della Campagna e del medesimo villaggio. Deteriorata dalle incurie e dalle intemperie, con patrocinio della Famiglia Peyer (Zurigo), se ne costruì un’altra (1938) in luogo più riparato all’incrocio di sentieri per il Monte San Giorgio. Fu benedetta da Monsignor Angelo Jelmini nel 1939.
Cappella dell’Ascensione
La costruzione della Cappella di Fontana Fredda ebbe luogo tra il 1650 ed il 1660: committente Giovanni Andrea Fossati q. Gabriele. L’affresco, attualmente offuscato, è opera probabilmente di Giorgio Giorgioli q. Gioseffo promotore, fra altro, con il Fossati dell’ampliamento della Cappella della Madonna del Rosario in San Silvestro. La Cappella, nel passato, fu meta di pellegrinaggio celebrato annualmente, da parte delle Confraternite di Meride nel pomeriggio della festa dell’Ascensione.
Cappella Madonna di Loreto
Spinirolo in Campagna.
Costruzione cinquecentesca restaurata in anni recenti (1975); rifatto il soffitto a travatura e tavelle in cotto. L’affresco si conserva discretamente. Nella parte inferiore del dipinto, graffito si legge 1563 adí 20 de mazi/mi Bernardo Zanchi. Ciò lascia supporre che alcuni mastri emigrarono dal bellunese (passando per la Lombardia) in cerca di fortuna. Effettivamente alcune famiglie (Folatello, Zanchi, Bongiolo, Bellotto ed altre), fuggendo alla crisi, giunsero dal Veneto, unendosi a mastri di Meride che ritornavano (dalla Dalmazia, in particolare) a stagione conclusa.
Cappella di Sant’Antonio Abate
Meriede – Següree
Una prima Cappella dedicata a Sant’Antonio Abate, eretta nel Quattrocento, viene menzionata già nei primi documenti della Vicinia in Archivio (dal 1548) centro di devozione e festa popolare del mese di gennaio. Antonio Abate, protettore degli animali domestici e provvidenziale taumaturgo per l’Herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio). Significativa la posizione geografica della Cappella a Següree, dove si coltivava la segale. Fu rimessa a nuovo nel 1850 con nuovo affresco del pittore Antonio Rinaldi da Tremona (committenza Famiglia Della Casa). Esposta a intemperie, il piccolo recinto sacro ebbe bisogno di un nuovo restauro nel 1933. L’attuale affresco è opera del pittore Clemente Nesurini da Gnosca (1934, Vergine con Bambino, San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio Abate).